29 dicembre 2011

Definizioni

La generazione receduta è costituita da persone (uomini e donne) nella fascia di età dei 30-40 anni. Una generazione che, potendo per motivi biologici fornire il massimo della produttività e delle prestazioni psico-fisiche, sarebbe la più idonea a coprire posti di responsabilità nella società, a costituire la cosiddetta "classe dirigente".

La generazione receduta è figlia del benessere: ha avuto un'infanzia generalmente tranquilla, è cresciuta negli agi, ha potuto dedicarsi a tempo pieno allo studio, si è affacciata sul mercato del lavoro relativamente tardi.

La generazione receduta è tale perché rispetto alle precedenti si trova in una condizione in cui invece di svilupparsi arretra. Non solo non riesce ad emergere nel tessuto sociale, ma subisce sulla propria pelle gli effetti della crisi economica globale.

La generazione receduta sta perdendo la speranza: non ha certezze per il proprio futuro (spesso non le cerca nemmeno), vede soppressa ogni sua iniziativa, è incatenata in logiche "di sistema" che non ha costruito e di cui è principale vittima.

La generazione receduta non conosce la meritocrazia, vive in una società ed in un sistema economico fortemente condizionato dalle "relazioni", in cui il networking si esemplifica nel clientelismo e nella corruzione.

La generazione receduta è fatta di giovani brillanti ricercatori costretti ad emigrare per poter fare il lavoro che amano e in cui riescono a dare il meglio, di lavoratori in attesa di una flessibilità che porti opportunità e non precarietà, di donne spesso costrette a scegliere tra lavoro e maternità.

La generazione receduta è tipicamente e peculiarmente italiana, ed è figlia della generazione onnipotente.


La generazione onnipotente costituisce l'attuale classe dirigente. Ha costruito la ricchezza ed il benessere del Paese negli ultimi decenni e per questo detiene un potere assoluto e si ritiene unica insindacabile dispensatrice di tali ricchezze. 

La generazione onnipotente si è data pensioni d'oro a discapito delle generazioni successive, ha costruito proprie regole ed ha definito una propria etica.

La generazione onnipotente opprime e controlla le generazioni successive, governando le loro aspettative e soffocando l'entusiasmo e la voglia di partecipare alla vita sociale e politica. 

La generazione onnipotente ritiene la generazione receduta troppo "giovane" ed "inesperta", la considera inadatta a comprendere le complesse logiche che essa ha costruito ed ancora non pronta ad avere ruoli di responsabilità.

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